mercoledì 28 marzo 2012

Forte e fragile come la vita





                  Mandorlo in fiore (1890)  Vincent  Van Gogh
         
 
Uno slancio verso l'azzurro.Fiori di mandorlo si protendono verso il cielo. Nient'altro che il bianco dei petali e il blu del cielo. Quasi un'incarnazione della felicità : forte e fragile come la vita. In uno scorcio magnifico e folgorante,esausto per via del caos interiore ,Van Gogh si concentra sull'essenziale : lo slancio della vita verso la trascendenza e i cieli. Ha dipinto il quadro con la testa rivolta verso il cielo, senza vedere nient'altro attorno a sé. Ha allontanato ogni forma di paesaggio o di informazione annessa, sino al tronco dell'albero,per concentrarsi sull' unione di questi due estremi: i fiori e il cielo, il blu e il bianco, il deperibile e l'eterno,il terreno e il celeste...                                                     Come ha tenuto a distanza senza cancellarle, le sue sofferenze del momento,per trasmetterci per sempre la sua felicità di fronte ai fiori del mandorlo.                                     Questo quadro l'ha dipinto per il suo nipotino , nato da pochi mesi,  per un essere che inizia appena a vivere,  come i fiori del mandorlo che si protendono verso il cielo sul finire dell'inverno.    Questa tela e l' ode alla natura che essa esprime ci dicono quanto fosse grande    lo stupore di Van Gogh di fronte all'infinita generosità della creazione :                                                                                  


"L'eccitazione che mi prende alla vista della natura cresce in me sino alla sincope, dopo di    che segue una quindicina di giorni  durante i quali sono incapace di lavorare "   

         La lezione di Van Gogh :         guardare verso il cielo        "Sequi  naturam", " segui la natura."  I filosofi dell' Antichità  avevano capito che esiste un legame organico tra la  felicità e la natura.   ...La natura ci aiuta a capire e ad avvicinare la felicità in svariati modi. Ci consente un attaccamento sereno e ancestrale al mondo complesso che ci  circonda: continuità del ritorno delle stagioni, quasi immutabilità dei paesaggi che amiamo, dei legami armoniosi tra piante  e animali. Ci insegna a non aspettare niente di preciso semplicemente goderne.  

   . . . La natura procura un'armonia per connessione e   appartenenza : nient' altro che sentirsi vivi in mezzo a tutte le forme  della vita e capire che  è una fortuna. Assaporare la  gioia elementare di esistere...   Per gli psicologi evoluzionisti, molti dei nostri comportamenti  e dei gusti sono le vestigia dei nostri bisogni  animali ancestrali: se gli esseri umani sono così sensibili allo spettacolo di una  bella  natura ....   è perché vi vedono la  promessa di risorse per la sopravvivenza ...   Eppure al di là del piacere che proviamo, si risveglia anche un' oscura e profonda sensazione di appartenenza a un ordine che ci ingloba e va oltre noi stessi. ... In realtà noi entriamo in connivenza con lei . ... nella natura.   Quando contempliamo un albero in fiore. Quando restiamo assorti  a osservare il moto delle onde o delle nuvole.    . . .Ogni volta che respiriamo l' odore dei campi o della foresta, è l'eco lontano della felicità per questo " rinnovarsi dell'incontro biologico" che risuona dentro di noi. Tali  incontri non solo nutrono la felicità ma le sono indispensabili.        


  
         "  Mi sono alzato di notte e ho 
       guardato il paesaggio.
       Mai,mai la natura mi è parsa 
       così commovente, così delicata." 
                       Vincent Van Gogh                        


 . . .   Tutta la felicità si origina  in simili istanti di grazia.      Fermarsi,   tacere . Guardare,  ascoltare,  respirare. Accogliere le gioie nascenti.   Esercitarsi  lentamente  a percepirle  dovunque esse si trovino.  Prima e primordiale lezione . . . 



       Dal libro di Christophe André                     DELL' ARTE DELLA FELICITA'

Tutti aspiriamo a essere felici.Ma come possiamo raggiungerla?  C.Andrè in questo libro ci risponde in due modi : come psicoterapeuta ,psichiatra e appassionato d' arte. Andrè ha costruito per i lettori  un museo immaginario dove ha selezionato alcuni quadri che permettono di comprendere i meccanismi della felicitàe di provare, leggendo e guardando le immagini, questa potente emozione umana in tutti i suoi aspetti : la sua natura inafferrabile,la nascita,la pienezza, il crepuscolo,l'assenza ,il ritorno...      .        ...Con i dipinti di Monet, Klimt, Van Gogh e molti altri pittori ...














giovedì 15 marzo 2012

ancora qualche quadro

                                             


 e un po' di musica...

lunedì 12 marzo 2012

"...una notte di luna piena "












" Era una notte di luna piena .Nel cielo limpidosi contavano le stelle,i grilli cantavano più
forte del solito,i profumi della natura erano intensi,i campi di grano argentati dal chiarolunare ondeggiavanonella brezza leggera.la luna illuminava il lungo viale alberato che da Sodano portava al cascinale..."



...".L'astro aveva avuto tanti nomi,....il più significativo era quello comunemente usato dai nomadi che la chiamavano  Sin. " ...     



  " una ragazzina che amava la musica e desiderava ascoltare soprattutto  Chiaro di luna
  di Chopin   suonato dalle sue mani   quelle note calme e serene che modulavano raggi e riflessi misteriosi su pianure, montagne e fiumi.""In una notte di luna piena"..                                                                                                 da  :      La strada di Sin

                                                                                                                     Romano Battaglia"